Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 3 febbraio 2004 «Sulla questione Valdastico lo scenario è aperto, in particolare ora, dopo la giunta di venerdì scorso in cui si è registrato un passo indietro da parte dell´assessore Grisenti. Per questo, senza ideologismi ed evitando le risse, noi vogliamo dare il nostro contributo al dibattito sulla mobilità, per cercare una soluzione del problema del traffico che non tenga conto solo degli aspetti economici, ma anche della contabilità ambientale e degli effetti sanitari». Iva Berasi, assessore dei Verdi, nella giunta Dellai, non poteva evitare di parlare di Valdastico, ieri, in occasione della presentazione, assieme al deputato Marco Boato e al consigliere provinciale Roberto Bombarda, di un disegno di legge quadro sui trasporti con il quale il gruppo Verdi propone che la Provincia di Trento recepisca i principi della Convenzione delle Alpi (già in vigore in Austria e Germania), che venne firmata nel ´91 anche dall´Italia, ma i cui protocolli di attuazione sono ancora bloccati in Parlamento «per colpa del centrodestra - ha precisato Boato - che in Senato ha cassato proprio il protocollo sui trasporti». «Il completamento della Valdastico A31 - ha detto ieri Roberto Bombarda - significa convogliare sull´asse del Brennero nuovo traffico. Ogni nuova opere vuol dire maggiore traffico. Per questo chiediamo che prima che vengano prese decisioni che non incidono poi solo sul nostro territorio, ma anche sulle regioni vicine, che si avvii un confronto con l´Alto Adige, il Tirolo, l´Ue e che nel contempo vengano ascoltate anche le comunità locali, i Comuni». Nel disegno di legge dei Verdi, riprendendo i contenuti della Convenzione delle Alpi, si prevede, all´articolo 10 che: «La Provincia è tenuta a fare tutto quanto in suo potere a livello politico, amministrativo e giuridico per evitare e impedire la costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino». L´autostrada Valdastico rientra in questa categoria e quindi, sostengono i Verdi, è un´opera che non rientra negli obiettivi di sviluppo sostenibile e conservazione dell´area montana della Convenzione delle Alpi. «Vorrei ricordare - ha aggiunto Iva Berasi - che il 26 gennaio del 2001 il presidente Dellai firmò con Durnwalder e il presidente del Tirolo il Manifesto delle Alpi che, in sintonia con quanto previsto dalla Convenzione delle Alpi, prevedeva di escludere la costruzione di nuovi collegamenti viari transalpini. È venuto il momento di dare un significato concreto a queste collaborazioni trasnfrontaliere, spesso destinate a restare solo sulla carta». L´obiettivo della legge quadro presentata dai Verdi è quella di «ridurre gli effetti negativi e i rischi derivanti dal traffico locale, intraalpino e transalpino ad un livello che sia tollerabile per l´uomo, la fauna, la flora e il loro habitat, tra l´altro attuando un più consistente trasferimento su rotaia dei trasporti, in particolare del trasporto merci, soprattutto mediante la creazione di infrastrutture adeguate e di incentivi conformi al mercato». Per dare un segnale politico forte sul significato e sul ruolo che la Regione può ancora avere su questioni che vanno oltre le due province, ieri anche i Verdi dell´Alto Adige hanno presentato, in contemporanea, un analogo disegno di legge. |
ROBERTO
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